Epifania


Di nuovo a Milano. Dopo aver trascorso il Natale ed il Capodanno a Firenze, citta’ sempre e comunque deliziosa, in cui la gente sembra vivere di uno spirito diverso da quello milanese, ho deciso a malincuore di intraprendere il viaggio di ritorno. Dovevo farlo, non potevo prolungare ulteriormente la mia vacanza, e sono partita stamattina. Oltretutto, viaggiare nei giorni festivi e’ secondo me comodissimo; poca gente e, chissa’ come mai, treni sempre perfettamente in orario.

Non so quanto ancora mi fermero’ in Italia; di sicuro non moltissimo. I miei progetti iniziali, alla mia partenza da Tokaj, erano diversi; pensavo che sarei rimasta in viaggio solo pochi giorni e sarei tornata a casa prima di Natale. Invece…

Invece, me la sono presa comoda. Potro’ concedermela ogni tanto un po’ di pigrizia oppure no?

No, so bene che non potrei concedermela. In realta’, se lo dico e cerco di giustificarmi, e’ perche’ mi sento un po’ in colpa per tutte le cose che avrei dovuto fare e che non ho fatto, e che adesso saranno li’, accatastate ad attendermi. Sento gli impegni che mi stanno chiamando; avrei dovuto gia’ da giorni essermi rimessa al lavoro e chissa’ quanto ne trovero’ di arretrato.

D’altronde, per le donne che abitano nella Citta’ Invisibile non esistono festivita’, se non fosse per i bambini per i quali il Natale e’ sempre una data importante al di la’ dell’aspetto religioso, tutto si svolgerebbe uguale ad ogni altro giorno dell’anno. In ogni modo, per alcune, il Natale cadra’ proprio domani e sara’ quindi la notte che verra’ quella in cui verranno scambiati i doni.

Mi spiace di non essere con loro neanche in questa occasione. Purtroppo, oltre alla pigrizia, ci sono stati altri motivi che mi hanno trattenuta qui. Qualcosa di troppo personale che nessuna zingara racconterebbe mai. Pero’, prima della mezzanotte mi faro’ viva con una telefonata ed anche se non si trattera’ di veri e propri auguri, che come e’ noto preferisco evitare, sara’ comunque un modo per far sentire la mia vicinanza.

Sicuramente, per cena, Erika e Mama prepareranno il borleves, poi il rántott ponty, oppure l’halászlé, ed infine il beigli. Ne faranno una scorpacciata, lo so, ed al mio ritorno le trovero’ tutte quante ingrassate e pentite. Soprattutto Mariska e Zsanika, che dovranno faticare non poco per buttare giu’ quei chiletti di troppo accumulati. Ed io con loro.

(La vignetta e’ stata presa da: La Sindrome di Jessica Rabbit)