
Лохануть* e’ il termine che nel gergo delle devochki viene usato per indicare quel tipo di comportamento atto a fidelizzare un cliente facendo leva sui suoi sentimenti.
“Il mondo e’ una savana in cui voi siete le leonesse. Non esiste crudelta’ nella leonessa che azzanna una gazzella, come non esiste crudelta’ nella devochka che fa credere al cliente di essere innamorata di lui. Fa parte del servizio e, stranamente, vi accorgerete che anche la gazzella lo desidera”
Vlada era sempre molto chiara quando consigliava alle “sue” ragazze su come comportarsi. Voleva che ciascuna li’ fosse la migliore e che i clienti restassero soddisfatti di tutto. Ed i clienti erano soddisfatti quando avevano l’illusione che la devochka fosse stata colpita dal loro “indiscusso fascino” prima ancora che dai loro soldi.
Il consiglio che dava era quindi quello di comportarsi in modo molto simile ad un’innamorata, cosi’ da creare con il cliente un rapporto piu’ intimo che facesse leva, oltre che sul sesso, anche sui sentimenti. Era un comportamento naturale quello di raccontar frottole su quanto fossero stati piacevoli e bravi a letto, su quanto fosse difficile scordarsi di loro, su quanto turbamento avesse procurato quell’incontro.
Anche se il termine tradotto in italiano significa “raggiro”, cio’ non rappresentava un vero e proprio inganno. Faceva parte del gioco. La rete veniva gettata a tutti indistintamente. C’era chi non vi restava impigliato, chi “consumava” e se ne andava senza essere minimamente “toccato” dalle parole o dall’atteggiamento della devochka, ma c’era anche chi veniva “catturato” in profondita’. In tal caso diveniva un Лох**.
Il servizio di accompagnamento non era incluso fra quelli dell’hotel. Nel prezzo della camera non era compreso quello per la devochka, la quale era pero’ facilmente reperibile e poteva essere scelta fra le ragazze che ogni sera si alternavano al piano bar.
Le ragazze che Vlada reclutava erano quasi sempre studentesse universitarie. L’arruolamento avveniva tramite passa parola e le nuove ragazze erano presentate da amiche che gia’ lavoravano li’. Non c’era obbligo di presenza. Ognuna era libera di scegliere quando e come lavorare. Solo i rates dovevano essere concordati in modo che vi fosse un minimo al di sotto del quale nessuna doveva scendere. Vlada non aveva una posizione di comando. Era solo la devochka piu’ “anziana” della quale tutte si fidavano e soprattutto della quale si fidava la direzione dell’hotel.
Non tutte erano brave allo stesso modo. C’erano quelle che facevano quel lavoro ma non erano “convinte”: di solito restavano per qualche settimana, poi sparivano e non si vedevano piu’. Poi c’erano quelle che non avevano alcun tipo di problema: convinte, disilluse, pratiche. Per loro far sesso con un uomo era come farsi un bidet. Erano quelle di cui Vlada si fidava e delle quali si serviva anche per quei tipi di servizi che di volta in volta le venivano ordinati dalla direzione. Servizi delicati che riguardavano la “sorveglianza” di determinati personaggi ritenuti “interessanti”.
Irina era una devochka molto abile. Forse la piu’ abile di tutte. La vedeva al mattino, dopo la notte passata insieme al cliente, recarsi nel negozio situato al piano terra, in cui potevano accedere solo gli stranieri e chi fosse accompagnato da loro. Sempre ne usciva talmente stracarica di roba di ogni genere, da aver bisogno addirittura dell’aiuto del ragazzo portabagagli dell’hotel per caricarla tutta sul taxi con il quale se ne tornava a casa: caviale, storione, salmone, bottiglie di champagne, di cognac e di vino, vestiti e persino qualche gioiello. Tutte cose che erano difficili da trovare per chi non poteva pagare in dollari ed il cui costo faceva levitare il rate a livelli quasi “occidentali”.
I fuseau che sempre indossava mettevano in risalto due gambe perfette sotto la corta pelliccia, i lunghi capelli neri avvolti nel colbacco le ricadevano sulle spalle morbidi e profumati, occhi verdi e chiarissimi le illuminavano il volto. Prima di salire sul taxi si femava di fronte al Лох del momento e, in una scena che si ripeteva ogni volta, lo stringeva in un dolce bacio. Poi, sfiorandogli appena le labbra, con il respiro gli diceva “Ты был великолепен!”***.
* Лохануть (Lokhanuth) – Raggiro
** Лох (lokh) – Pollo (inteso come “vulnerabile ai raggiri”)
*** Ты был великолепен (Ti bil velicolepen) – Sei stato fantastico!
Il giocattolo
30 settembre 2007E basta! E’ ora di dire chiaramente che e’ diffuso un sentimento di possesso e di prevaricazione da parte dell’uomo nei confronti della donna. Sentimento che sta raggiungendo livelli inaccettabili.
Il delitto di Garlasco e’ ancora nel vivo delle indagini ed oggi leggo QUESTA NOTIZIA.
Voglio generalizzare perche’ non e’ possibile scindere ogni caso particolare, ma i delitti passionali riempiono ormai le pagine di cronaca e le violenze perpetrate sulle donne da parte di branchi di maschietti sono ormai all’ordine del giorno; perfino bande di quattordicenni si organizzano per violentare coetanee e riprendere le scene con il telefonino. Fra poco le donne dovranno temere persino i bimbi di otto anni qualora questi fossero “precoci” ed avessero strani desideri.
Eccheccavolo!
Senza contare gli aborti selettivi finalizzati ad eliminare il genere femminile messi in atto nella Repubblica Popolare Cinese ed in altri paesi asiatici.
Possibile che non ci si renda conto che dietro a tutti questi episodi esiste una causa ben precisa? Gradirei che qualcuno che mi legge, magari uno psicologo, mi spiegasse perche’ non si assiste mai (o si assiste raramente) al contrario e cioe’: quando inizieremo ad assistere a branchi di donne che violentano indifesi maschietti? Quando sara’ il turno dei “fidanzati” quello di essere massacrati dalla partner impazzita?
Quando la selezione dell’aborto avra’ come soggetto il genere opposto cioe’ quello maschile?
Non che mi auguri perche’ questo avvenga, ma tutto questo orrore a senso unico mi crea un senso di sgomento e mi fa capire come ancora la donna sia considerata un “oggetto di proprieta’” di cui l’uomo crede di poter disporre a suo piacimento.
Un giocattolo che puo’ essere anche rotto se non funziona come il “bimbo” desidera.
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